La prima volta che MTV News ha parlato con Amy Lee del prossimo album degli Evanescence, ha spiegato esattamente perché il disco sarebbe stato omonimo.
Vale a dire, perché “è” sulla band. “E‘ più di un album sulla band“, ha continuato. “Ma ho cominciato a pensarci, e questo disco con il contenuto lirico significa di ri-innamorami di questa cosa, di Evanescence, con quello che mi ha ossessionato per un decennio, di più. ”
E per tutta la settimana, abbiamo svelato anticipazioni a canzoni dell’album – ruggente il primo singolo “traduzione e testo What You Want” e l’altrettanto voluminoso “(Traduzione testo) The Other Side“. I nuovi brani sono creazioni della band: il risultato di infinite avanti e indietro tra lei e i suoi compagni.
Ma la nostra sbirciatina è diversa. Perchè anche se “Traduzione e testo Lost in Paradise” è stata creata con i contributi da parte degli altri membri degli Evanescence, questa è molto la canzone di Amy Lee. E l’attaccamento emotivo che si sente è evidente.
“Questo brano è quello che ci ha fatto piangere … come, letteralmente, proprio qui, lavorandoci su, ci sono state lacrime. Amo quella canzone“, ha detto a MTV News.
“Quando la stavo scrivendo, non era nulla, era solo pura, era solo per me. Stavo scrivendo per me, per lenire i miei sentimenti, esprimendoli. E ho pensato, ‘Piano,.. voce, posso registrare da sola a casa mia, e sarà il track… sarà un lato B da qualche parte o qualcosa. ‘
“[Ma] poi … come stavamo lavorando su altri brani – concentrandoci maggiormente sui brani rock – ho continuato ad ascoltarlo per divertimento, perché era mio, e l’ho inviato a [produttore] Nick [Raskulinecz] con scritto, ‘voglio che ascolti questo‘.
“Più lo ascolto e più penso che significa qualcosa”, ha continuato.” E lui, subito, era come se avesse detto “dobbiamo fare questa canzone”. ‘Ed è stata la sua idea di portarla nella band, e in un primo momento, non capivo niente. Ma una volta che l’avevamo fatto, è andata bene, in un modo in cui non avevo mai pensato prima. E’ perfetta, è destinata ad essere così com’è “.
Cominciando con un cupo pianoforte e con la voce addolorata di Lee, “Paradise” si costruisce lentamente, mescolando la stratificazione delle stringhe, timpani in piena espansione e, al culmine, alcuni accordi fragorosi di chitarra.
E’ una canzone naturale ed epica, una canzone che riesce a sembrare sia onnicomprensiva che intima, spesso al tempo stesso. E per questo, ricorda il singolo “Joga” di Björk (1997).
“Questa è una canzone di grande ispirazione per me. Questa è una canzone che nella mia vita ho ascoltato un sacco“, ha spiegato. “E a me, Björk, ciò che rende il suo stile sono le stringhe, gli elementi d’orchestra, e quella passione che essa crea. … Ti fa sfogare. Questo totalmente mi ha ispirato, e quella canzone mi ha ispirato.“