Attenzione!! ...vi racconterò la storia del pifferaio magico, sentiamo per ordine come
andarono le cose. C'era una città nella valle fatata dove ogni persona era
addomesticata a vivere ogni giorno in modo CHE la propria condotta soddisfasse IL
RE, in un cielo blu il sole scaldava i prati, pieni di fiori gialli e profumati, le case erano
grandi e tutte colorate, calde d'inverno, e FRESCHE D'ESTATE. Per ogni abitante
non c'era diversità, secondo i voleri DI SUA MAESTÀ, la corte decideva il modo di
vestire, LA LINGUA DA PARLARE, a musica da sentire, e in questa forzata
uniformità non c'era neanche un barlume di libertà: DIVIETO DI CANTARE,
DIVIETO DI BALLARE, e nei locali pubblici divieto di pensare, i soli a non piegarsi a
questa dittatura un pugno di topi in una fognatura, trasgredivano la legge,
attaccavano il sistema sbombolando sui muri il loro emblema. All'inizio erano in pochi
ma il gruppo cresceva, dal pugno che erano diventarono una schiera di ratti
rappatori graffittari in pieno effetto, e i tubi delle fogne erano il loro letto. Ogni
Sabato sera, nella foresta, organizzavano un concerto, una jam, una festa, perché
nel bosco un pifferaio li faceva ballare, avrebbero fatto di tutto per sentirlo suonare.
Erano ubriachi dalle nove alle sei nato per rappare SEI QUELLO CHE SEI, odiavano
la corte, ballavano e bevevano, e il pifferaio magico QUELLO IN CUI CREDEVANO.
Il re era preoccupato per questa agitazione: temeva l'evolversi in sovversione, lui
sapeva che i topi erano a conoscenza della crescita costante della loro potenza. Al
pifferaio magico io devo parlare, al capo delle guardie disse: VALLO A
CATTURARE, così alla corte quella sera entrò un tipo strano che teneva un flauto
stretto nella mano. Sua maestà disse alle guardie potete uscire: nessuno deve udire
quello che gli voglio dire. Pifferaio magico STAMMI A SENTIRE, io possiedo di tutto
e te lo sto per offrire LO SO il talento non ti manca, perché sprecarlo con quella
gentaglia. Sai benissimo anche tu che se lo voglio io diventerai un divo venerato
come un dio SCARPE E MAGLIETTE CON SOPRA IL TUO SIMBOLO, DONNE E
SOLDI COME SE PIOVESSERO, se questo ti interessa io te lo posso dare, ma prima
c'è un favore che mi dovresti fare: con il tuo flauto raduna i topastri, falli divertire,
bere, ballare come pazzi. Sarà l'ultima festa per quel marciume perché li spingerai giù
fino al fiume, saranno così ubriachi da non poter più nuotare, ed uno dietro l'altro
DOVRANNO ANNEGARE, eliminata quella feccia dalla mia nazione creerò una
nuova star della canzone. Il pifferaio magico rispose: VA BENE, e dopo sua altezza
gli offrì da bere ma so che poi uscì dalla corte coprendosi il viso per nascondere
l'ombra di uno strano sorriso. Il pifferaio magico aveva un piano, montò sul suo
cavallo e galoppò lontano, e città per città si fermava a suonare e in ogni posto i topi
faceva ballare. Lo seguirono tutti nel suo viaggio nel paese, tornò alla valle fatata
ch'era già passato un mese e dietro lui c'erano topi A NON FINIRE, un numero
enorme impossibile da dire. Entrò nella via principale, con il suo strano corteo arrivò
al palazzo reale, aiuto aiuto aiuto gridò il re terrorizzato, mi hanno abbattuto, MI
HANNO SPODESTATO. Il pifferaio disse scusi maestà se ho regalato ai topi la sua
città, ma forse almeno loro sapranno rispettare la libertà di ognuno di fare e di
pensare ...attenzione!! LA LIBERTÀ' DI OGNUNO DI FARE E DI
PENSARE. ...attenzione!!! E passato molto tempo e nella valle fatata ora c'è una
città dove la gente è abituata a vivere ogni giorno come gli piace nel rispetto E
NELLA PACE. Del pifferaio magico nient'altro io so, la sera della conquista a cavallo
se ne andò disse ai topi mi dispiace non posso restare ci sono altre città ALTRI
PEZZI DA SUONARE.
Altre canzoni dall'album Strade Di Città